Inaugurato a Patti un nuovo spazio per le vittime di violenza di genere
Questa mattina è stata inaugurata una nuova sala dedicata alle vittime di violenza di genere presso la caserma della Compagnia Carabinieri di Patti, nell’ambito del progetto “Una stanza tutta per sé”, sviluppato in collaborazione con Soroptimist International d’Italia. L’ambiente, creato per sostenere le vittime nel delicato momento della denuncia, è stato intitolato a Marisa Leo, attivista contro la violenza di genere e, tragicamente, vittima essa stessa.
Il progetto mira a fornire un supporto specifico alle persone che subiscono violenza, offrendo un luogo protetto e accogliente all’interno delle caserme dei Carabinieri. Questi spazi sono pensati per facilitare il rapporto tra le vittime e gli investigatori, riducendo il trauma e garantendo maggiore attenzione alle sofferenze vissute. L’accordo siglato con il Comando Generale dell’Arma ha portato alla creazione di numerose stanze dedicate in tutto il territorio italiano. La nuova sala di Patti si aggiunge a quelle già operative a Messina, Milazzo, Santo Stefano di Camastra, Lipari e Santa Teresa di Riva.
Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti diverse autorità, tra cui il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Colonnello Lucio Arcidiacono, accompagnato dal Capitano della Compagnia di Patti Giuseppe Rinella, e la dottoressa Maria Gabriella Ciriago della Prefettura di Messina. Presenti anche il Procuratore della Repubblica e il Presidente del Tribunale di Patti, rispettivamente dottor Vittorio Angelo Cavallo e dottor Mario Samperi, insieme al Vice Sindaco di Patti, dottoressa Eliana Raffa, e alla Presidente dell’Unione Nazionale Soroptimist, dottoressa Adriana Macchi. La cerimonia ha visto la partecipazione del parroco della Chiesa di San Nicolò di Patti, Padre Leonardo Maimone, che ha benedetto la sala.
Nel suo intervento, il Colonnello Arcidiacono ha sottolineato l’importanza dell’impegno dell’Arma dei Carabinieri e della collaborazione con Soroptimist International nella lotta alla violenza di genere, descrivendola come una delle problematiche più complesse e diffuse della nostra società. Ha inoltre evidenziato che la violenza di genere non ha confini geografici, sociali o culturali, colpendo non solo le vittime dirette, ma anche la convivenza civile e il rispetto dei diritti umani. Arcidiacono ha concluso affermando che il progetto “Una stanza tutta per sé” rappresenta un contributo concreto per aiutare le vittime a sentirsi protette e supportate, facilitando il loro percorso di denuncia e rendendo visibili le sofferenze che altrimenti rimarrebbero nascoste.
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