Crisi aziendale a Messina, quattro dimissioni in pochi mesi
Le dimissioni di quattro direttori generali in breve tempo presso due aziende pubbliche di Messina, l’Amam e Messina Social City, destano preoccupazione e richiedono un’indagine politica approfondita. Questa la posizione espressa dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Libero Gioveni, che ha recentemente chiesto una verifica sulla situazione. Gioveni evidenzia come tali avvicendamenti, avvenuti in rapida successione, non possano essere considerati normali e che occorre fare chiarezza.
Gioveni si è espresso a seguito delle dimissioni del dott. Pierfrancesco Donato, direttore generale dell’Amam, fatto che il consigliere aveva in qualche modo anticipato durante una seduta del Consiglio Comunale sulla crisi idrica. Nonostante le dimissioni, Gioveni ha espresso solidarietà nei confronti di Donato, definendolo un “capro espiatorio”, sostenendo che sarebbe dovuta dimettersi la presidente dell’azienda piuttosto che il direttore. Tuttavia, sottolinea Gioveni, questo “bollettino da guerra” relativo ai direttori generali dimissionari non può essere ignorato.
Il consigliere ha ricordato come, presso la Messina Social City, si siano già succeduti tre direttori generali: Vincenzo Romano, Natale Trischitta e, più recentemente, Carmelo Sferro nel febbraio 2023. Questo ciclo di dimissioni è stato aggravato dalla prolungata inattività della Commissione esaminatrice, incaricata nell’aprile 2023 per selezionare un nuovo direttore generale. Ad agosto, il Consiglio di Amministrazione dell’azienda ha annullato l’operato della Commissione, decidendo di pubblicare un nuovo avviso per la nomina.
“È evidente che non c’è sintonia tra la politica, i consigli di amministrazione e la direzione generale,” ha commentato Gioveni, sottolineando come la mancanza di coordinamento influisca sulla gestione dei servizi essenziali per i cittadini. In tale contesto, Gioveni ha affermato che le forze politiche di opposizione hanno il dovere di analizzare la situazione e di considerare possibili azioni politiche future.
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