Cronaca

Il piano omicida di Messina Denaro: voleva uccidere la nonna della figlia

Matteo Messina Denaro

Nuovi dettagli emergono dalle carte del Tribunale del Riesame, che ha respinto la scarcerazione di Laura Bonafede, la compagna del boss Matteo Messina Denaro. Il tribunale rivela che Messina Denaro aveva pianificato di uccidere la nonna materna di sua figlia, ritenendola responsabile dei contrasti familiari. Inoltre, si svela il coinvolgimento attivo di Bonafede nella rete di comunicazione del boss, utilizzando codici e distruggendo messaggi.

Emergono nuovi dettagli riguardanti i piani omicidiari di Matteo Messina Denaro, il boss di Castelvetrano. Secondo le carte del Tribunale del Riesame, Laura Bonafede, la maestra e compagna di Messina Denaro, è stata ritenuta colpevole del favoreggiamento dell’ex latitante. Inoltre, si scopre che il boss aveva programmato di eliminare la nonna materna di sua figlia, Filippina Polizzi, poiché la considerava la causa delle tensioni familiari che hanno portato alla separazione della figlia dalla sua famiglia.

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Il tribunale ha svelato un messaggio del dicembre 2022 tra Messina Denaro e Bonafede, in cui la maestra lasciava intendere il desiderio omicidiario del boss nei confronti di Filippina Polizzi. Nonostante ciò, la vittima designata è stata risparmiata, e i giudici non forniscono una spiegazione chiara su questo punto. Tuttavia, viene rivelato che Messina Denaro era molto critico nei confronti della figlia Lorenza, in seguito ai contrasti familiari con la famiglia naturale.

Solo dopo l’arresto di Messina Denaro, padre e figlia avrebbero riallacciato i rapporti. La ragazza ha visitato il padre nel supercarcere de L’Aquila in due occasioni. Tuttavia, il provvedimento dei giudici palermitani rigetta l’istanza di scarcerazione di Laura Bonafede, evidenziando il suo ruolo attivo nel mantenimento della rete di comunicazione di Messina Denaro. Bonafede avrebbe consegnato i messaggi del boss ai “tramitì” e inventato nuovi nomi in codice per riferirsi a terze persone, oltre a distruggere i messaggi ricevuti per vantaggio dell’ex latitante.

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