Usura a Messina: prestiti con interessi fino al 600% tre indagati
Un’inchiesta della Squadra Mobile di Messina ha rivelato un preoccupante scenario di prestiti ad interessi spropositati che coinvolge cittadini messinesi, tra cui commercianti, imprenditori e pensionati in difficoltà finanziarie. Questi individui, colpiti dalla crisi post-COVID e rifiutati dalle banche, si sono rivolti a usurai locali, accettando condizioni finanziarie estremamente gravose. Alcuni di loro hanno finalmente trovato il coraggio di denunciare questa pratica.
L’indagine ha portato all’emissione di tre misure cautelari su richiesta della Procura e con l’approvazione della gip Tiziana Leanza. Questo rappresenta solo la punta dell’iceberg di un problema più ampio nella città di Messina, dove crimini come racket, usura ed estorsione sembrano essere stati trascurati dalla società civile e dalla politica.
I tre individui indagati in questa vicenda sono figure ben conosciute nel contesto locale. Si tratta di Nunzio Venuti, detto “brillantina,” di 59 anni, già coinvolto in passato in problemi simili; Ignazio Prugno, detto “tre dita,” di 38 anni; e Luigi Mancuso, di 60 anni, appartenente al gruppo di Gravitelli. Venuti e Prugno sono accusati di aver applicato tassi d’interesse che raggiungevano il 600%, mentre Mancuso è sospettato di aver agito come “esattore” per conto di Venuti.
Le misure cautelari decise dalla gip Leanza variano per i tre indagati: Venuti è stato posto in carcere, Prugno agli arresti domiciliari e Mancuso è obbligato a presentarsi giornalmente alla polizia giudiziaria.
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