Richieste di integrazione, ostacoli per il progetto del Ponte sullo Stretto
La commissione di incidenza ambientale presso il ministero dell’Ambiente ha avanzato richieste di integrazione al piano definitivo del Ponte sullo Stretto alla società Stretto di Messina, che avrà 30 giorni per rispondere. Questo sviluppo è emerso durante la conferenza dei servizi per il progetto, che riunisce amministrazioni statali, le Regioni Calabria e Sicilia, gli enti locali e altri attori interessati.
Per gli ambientalisti, l’apertura della conferenza con richieste così significative indica una falsa partenza, soprattutto considerando i pareri negativi dei Comuni di Villa San Giovanni e Messina e delle Città metropolitane coinvolte.
Il WWF commenta: “Il progetto definitivo del ponte non sta in piedi. È una farsa.”
Le richieste di integrazione evidenziano le lacune del progetto, con 66 richieste riguardanti la Valutazione di Incidenza sui siti della Rete Natura 2000 e altre questioni ambientali rilevanti. Questo mette in discussione la possibilità di avviare i cantieri entro l’estate o entro fine anno.
Ambientalisti e comitati esprimono scetticismo verso Stretto di Messina SpA e il General Contractor Eurolink, sottolineando la necessità di una revisione approfondita del progetto. La richiesta di integrazione si aggiunge alle contestazioni ambientali, comprese quelle delle associazioni e dei comitati, che evidenziano gravi lacune nella documentazione e nelle valutazioni ambientali.
Le richieste di integrazione riguardano diversi aspetti critici, tra cui analisi costi-benefici, quadro progettuale, cantierizzazioni, gestione delle materie, vulnerabilità, qualità dell’aria, impatto acustico, traffico e gestione delle acque superficiali.
Inoltre, la Valutazione di Incidenza non rispetta le Linee Guida nazionali e la Procedura EU Pilot, e mancano piani di gestione per le zone di protezione speciale e di conservazione.
Le critiche riguardano anche la mancanza di piani credibili di compensazione e mitigazione per diverse aree sensibili coinvolte nel progetto.
Le associazioni e i comitati invitano il ministro dei Trasporti a riconsiderare il progetto, evitando sprechi di risorse pubbliche e rispondendo agli interessi della collettività. La battuta d’arresto della Conferenza di Servizi è considerata un passo falso, e si chiede di interrompere il ciclo di accelerazione delle procedure autorizzative a favore di una revisione approfondita e trasparente del progetto.
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