Cronaca

Divieto di dimora per Miccichè, accusato di peculato e truffa

Gianfranco Miccichè

L’ex presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché, è sotto indagine per l’uso improprio di un’auto istituzionale, accusato dai pm di Palermo di peculato, truffa e false attestazioni. Micciché avrebbe utilizzato l’auto assegnatagli per scopi personali, nonostante fosse destinata alle sue funzioni istituzionali. Questo porta oggi alla notifica della misura cautelare del divieto di dimora a Cefalù per il politico. Le accuse includono anche la conferma di missioni mai effettuate, facendo ottenere rimborsi illeciti al suo autista, Maurizio Messina, coinvolto anch’esso nell’indagine.

Secondo quanto riportato, Micciché avrebbe gestito l’autovettura in modo arbitrario e personalistico, usando il suo autista per compiti privati, come consegne di cibo, oggetti vari e anche accompagnamento di familiari e animali domestici, distorcendo così l’uso dell’auto istituzionale.

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Gianfranco Miccichè

Le conversazioni intercettate evidenziano una preoccupazione sulle indagini in corso, con tentativi di minimizzare le implicazioni delle azioni dell’ex presidente dell’Ars. Messina, l’autista, è coinvolto anche in attività illecite, come la dichiarazione di ore di servizio mai effettuate, ricevendo compensi non dovuti.

La magistratura ha disposto il sequestro di fondi correlati all’uso improprio dell’auto istituzionale e delle truffe ipotizzate, mentre l’obbligo di dimora è stato notificato sia a Micciché che a Messina.

La Guardia di Finanza di Palermo ha eseguito le misure cautelari in seguito alle indagini in corso.

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