Memoria di un sacrificio: Pio La Torre e Rosario Di Salvo
Il 30 aprile 1982 resterà impresso nella memoria collettiva italiana come il giorno in cui il fervore politico venne spezzato da un atto di violenza mafiosa. Pio La Torre, Segretario regionale del PCI, e il suo autista Rosario Di Salvo caddero vittime di un agguato a Palermo. L’omicidio, commissionato da Totò Riina e Bernardo Provenzano, capi della mafia corleonese, scosse profondamente il Paese.
La figura di Pio La Torre si distinse per il suo impegno contro Cosa Nostra, culminato nella promulgazione della legge 13 settembre 1982, n. 646, nota come “Rognoni – La Torre”, che introdusse il reato di “associazione di tipo mafioso” nel codice penale italiano. La sua azione politica si caratterizzò per il sostegno alla legalità e la lotta contro la presenza militare della NATO a Comiso.
Rosario Di Salvo, il suo autista, condivideva gli stessi ideali di pace e legalità. La sua vita fu segnata da un tragico destino condiviso con La Torre. Entrambi persero la vita nell’attentato mafioso, lasciando un vuoto nella lotta per la legalità in Sicilia.
Le parole di Sandro Pertini nel 1982 sottolinearono l’importanza di ricordare La Torre e Di Salvo come simboli della lotta contro la mafia. Anche oggi, attraverso l’iniziativa studentesca #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità, le nuove generazioni si uniscono nel ricordo di queste figure eroiche.
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