Indagato Mario Mori, accusato di non aver impedito le stragi
Il generale dei Carabinieri Mario Mori ha ricevuto un avviso di garanzia in occasione del suo 85º compleanno. La Procura della Repubblica di Firenze lo ha invitato a comparire in qualità di indagato per i reati di strage, associazione mafiosa e associazione con finalità di terrorismo internazionale ed eversione dell’ordine democratico.
Il generale è accusato di non aver impedito gli attentati di Firenze, Milano e Roma del 1993 nonostante avesse avuto informazioni preventive. Secondo i magistrati, Mori avrebbe avuto conoscenza degli imminenti attentati ma non avrebbe preso alcuna misura per evitarli.
Le accuse si basano sulle testimonianze di persone informate sugli attacchi imminenti, come il maresciallo Roberto Tempesta e il pentito Angelo Siino. Tuttavia, Mori respinge le accuse, sostenendo di essere stato sempre assolto nei processi precedenti.
In passato, Mori è stato coinvolto in processi riguardanti presunte trattative con la mafia, ma è stato assolto da tutte le accuse. Il generale sostiene che le nuove accuse siano parte di una persecuzione giudiziaria che dura da anni.
La sua difesa si basa sull’argomento che le sue azioni erano finalizzate a evitare ulteriori stragi e che agiva nell’interesse della sicurezza pubblica e del benessere dello Stato.
Mori critica aspramente i giudici per le nuove accuse, sottolineando che le stesse si basano su interpretazioni storiografiche e che è vittima di una campagna per danneggiare la sua reputazione.
Il generale si difende sostenendo di aver sempre agito nell’interesse della collettività nazionale e di aver cercato di porre un argine alla violenza mafiosa.
La vicenda continua a suscitare polemiche e il futuro giudiziario di Mori rimane incerto mentre la Procura di Firenze prosegue nelle indagini.
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