Sentenza operazione “Zifaf”, 26 condanne per falsi matrimoni
Ventisei persone sono state condannate per aver preso parte a un’organizzazione dedita alla celebrazione di matrimoni fittizi, finalizzati all’ottenimento del permesso di soggiorno. La sentenza è stata pronunciata ieri sera dal giudice monocratico, a conclusione del processo avviato tre anni dopo l’operazione che aveva portato alla scoperta della rete criminale.
L’indagine, avviata nel 2020 e denominata “Zifaf”, aveva consentito di individuare un sistema strutturato volto alla stipula di unioni simulate tra cittadini italiani e stranieri — in prevalenza provenienti da Marocco, Algeria e Tunisia — per ottenere la carta di soggiorno per motivi familiari. Tale documento permetteva sia l’ingresso e la permanenza in Italia sia la regolarizzazione della posizione di persone già destinatarie di decreti di espulsione. L’operazione, condotta dalla Guardia di Finanza con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, aveva portato all’arresto di sedici soggetti.
Le pene inflitte variano da un anno a quattro anni di reclusione. Tra i condannati figurano Said Al Hajli, Carmela Panetta e Concetta Alessia Cotroneo, ciascuno a un anno e quattro mesi; Antonino Augliera e Gianpiero De Tommaso, a un anno; Omar El Asri, a due anni; Pasqualino Avenoso, Maria Antonia Cannarozzo e Maria Pia Lauria, a un anno e quattro mesi.
Condanne più pesanti, fino a quattro anni, sono state disposte nei confronti di Giuseppa Carollo, mentre pene di tre anni e dieci mesi sono state inflitte a Maria Fileti, Josephine Faralla, Carmela Pollara Maggio e Maurizio Mondello. Sono stati assolti, con la formula “perché il fatto non sussiste”, Rosaria Papandrea e Achraf Rami.
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