Da Palermo a Roma, l’inchiesta Galvagno che scuote l’Ars
Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza in Sicilia sono ora al centro di un’inchiesta per corruzione che vede fra i principali indagati il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, e l’assessore regionale Elvira Amata. L’informativa acquisita dalla Procura di Palermo evidenzia l’uso ricorrente del termine “ricattabili” in intercettazioni telefoniche, indizio ritenuto cruciale dagli investigatori.
Secondo gli atti, Sabrina De Capitani, ex portavoce di Galvagno, e Marianna Amato, parente dell’assessore e coinvolta nell’indagine, avrebbero pianificato la creazione di una fondazione per promuovere eventi finanziati dall’Ars, ispirandosi all’organizzazione Dragotto. Il progetto, avviato anche con il coinvolgimento di Pippo Martino, capo di gabinetto dell’assessore al Turismo, avrebbe potuto avvalersi di contatti diretti per snellire le procedure burocratiche.
Nel corso di una conversazione intercettata, Amato definiva “intelligente” un influente esponente politico, indicato come “uomo 6”, e commentava: “per adesso sono tutti ricattabili”. L’espressione ha acceso i sospetti sull’esistenza di pressioni o condizionamenti nei confronti di soggetti chiave. Gli inquirenti indagano sull’identità di “uomo 6”, ritenuto un esponente di Fratelli d’Italia vicino a Galvagno e possibile sponsor politico di Amato.
L’inchiesta, partita a Palermo, potrebbe estendersi a Roma per accertare eventuali responsabilità a livello ministeriale e nazionali, soprattutto in relazione ai finanziamenti richiesti per estendere le manifestazioni oltre i confini regionali.
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