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Scuola senza palestra e le congiunture internazionali

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Scuola senza palestra e le congiunture internazionali.All’incontro fra il Dirigente Scolastico, l’Assessore al ramo ed i genitori tenutosi venerdì 14 settembre al Cineteatro per discutere l’organizzazione dell’offerta formativa per l’anno scolastico 2012/2013, ho ritenuto opportuno porre una domanda sulla carenza di una palestra nella scuola elementare del centro di Gioiosa e sull’attività sportiva riservata agli alunni delle primarie. Preso atto della risposta puntuale della Dirigente che ricordava l’inizio dell’attività a metà anno scolastico affidata ad un laureato in educazione motoria, il problema degli spazi adibiti all’educazione fisica a scuola rimane. Sull’importanza dell’attività motoria nella formazione dell’individuo e del perché essa costituisca un’importante opportunità per il miglioramento di molti aspetti psico-caratteriali di ogni studente non sarò di certo io ad insegnarlo.

Premesso ciò, alcune considerazioni vanno fatte.

Se l’edilizia scolastica resta uno dei buchi neri della scuola italiana, ancor più tetro è il quadro delle palestre e dei campi.

Benché da tempo le Leggi prevedano almeno un “minimo vitale” per le classi da parte degli Enti Locali non si è mai colmata la lacuna.

Vi sono varie situazioni che nei decenni hanno impedito la costruzione di palestre. La prima, molto diffusa sull’intero territorio riguarda la vetustà delle scuole. Già alla nascita molte sono state le scuole edificate senza palestra, al punto che nacque la definizione ” locale adibito a palestra ” , una sorta di stanzone nel quale assiepare gli studenti.

Non ci è venuta incontro la lotta all’inizio del secolo scorso tra il Partito Fascista e il Coni. Addirittura vi erano disposizioni precise perché nelle strutture non si potessero disputare partite agonistiche, da qui impianti piccoli , utili solo per la “ginnastica a terra”.

Tra reperti storici, mancanza di spazio e sottovalutazione del problema bisognerà arrivare addirittura al 1975 per avere un decreto che fissi dei minimi. Si giunge ad un minimo vitale di 200 metri quadri ogni 14- 25 classi a seconda del tipo di scuola; 25 per le elementari 14 per le superiori.

Una struttura valida, sportivamente parlando, solo per il gioco della pallavolo ovviamente non agonistico.

Per poter svolgere anche la pallacanestro bisognerà avere almeno 30 – 50 classi, per un campo di pallamano circa 60.

Ovvio che risultando una palestra occupata sempre da due a quattro gruppi classe qualsiasi gioco organizzato diviene oltremodo problematico.

Altro spazio non sempre realizzato è quello all’aperto, con campi per gli sport di squadra e per l’atletica leggera; anche in caso di nuove strutture spesso sono sacrificati . Se da un lato per la gran parte delle nuove scuole la norma venne attuata, in molti casi la palestra ed ancor più gli spazi attrezzati all’aperto sono stati destinati come ultimo lotto di realizzazione. Risultato la palestre in caso di fondi mancanti sono rimaste semplici progetti.

Quindi da un lato la carenza di spazi; dall’altro la mancata attenzione al problema hanno fatto nascere scuole non pronte all’educazione sportiva, la fumosa normativa per le concessioni ha inoltre creato un fenomeno di difficile soluzione.

Molti Comuni , per non avere contenziosi con le scuole , hanno preferito costruire impianti dedicati allo sport ma non adiacenti le scuole. Risultato: una migrazione continua di studenti da e verso le palestre lontane, aggregazione delle due ore di lezione; tempi in palestra sacrificati per i trasferimenti.

Dal canto suo il Ministero non ha mai tentato di migliorare la situazione.

Eppure la diffusione degli impianti è enormemente aumentata, soprattutto dal 1980 al 1995, ma se la Provincia di Bolzano ha pianificato tutto il sistema impianti… ogni palestra scolastica è anche utilizzata per la cittadinanza e lo sport … abbiamo ancora almeno il 50% delle scuole elementari che devono adattarsi in “locali adibiti a palestra”. Il Sud soffre ancora di più la carenza , ma anche dove sono sorti impianti non sono sempre raggiungibili dagli studenti. Come dire le strutture ci sono e sono vuote ogni mattino.

Anche per gli impianti sarà necessario cessare di avere statistiche che somigliano alla “Finanaza creativa” e dovrà nascere un sistema che porti alla pianificazione territoriale che se presente a Bolzano può essere estesa a tutto il Paese.

Concludendo, se non si parte dalla consapevolezza che quello del 13 settembre non debba essere uno stanco rito, ma l’avvio formale di una delle attività fondamentali della vita sociale ed un passaggio essenziale per la crescita della nostra comunità, risultati concreti se ne avranno ben pochi.

La Scuola è una istituzione di straordinaria importanza in ogni comunità, un vero e proprio valore aggiunto, tanto che in ogni angolo del pianeta, quale che sia la condizione economica o il regime politico, c’è una struttura finalizzata ad impartire l’istruzione alle giovani generazioni.

E’ vero, da qui il titolo di questo mio scritto, che deriva dalla risposta ottenuta alla mia domanda sull’assenza di palestra nella scuola elementare gioiosana, quest’Anno Scolastico 2012/2013 nasce in una contingenza economica difficilissima, che sta scuotendo profondamente e fin dalle fondamenta il nostro Paese e genera in tutti profonda preoccupazione per il futuro. E’ chiaro che in queste condizioni, naturalmente, la Scuola, insieme a tutti gli altri servizi pubblici erogati dallo Stato e dagli enti locali, non può che subirne le conseguenze negative.

Purtuttavia, essendo tutti consapevoli delle criticità che affliggono il complesso organismo dell’istruzione pubblica derivanti dai tagli di investimenti e di sostegno alla Scuola, proprio per tale ragione occorre che tutti i soggetti coinvolti nella vita scolastica, dagli allievi ai dirigenti, esprimano il massimo senso di responsabilità, compiendo ciascuno il proprio dovere e svolgendo il proprio compito con ogni impegno. Vale a dire tutti siamo chiamati a fare la propria parte, meglio che in passato.

Ecco perchè mi aspettavo (nell’incontro ultimo al Cineteatro) e mi aspetto da cittadina/genitore, delle parole di impegno chiaro da parte della politica attiva. Un impegno, dove le politiche di Bilancio, dell’Amministrazione in carica, assegnino proprio alla Scuola la massima priorità. W la Scuola!

Daniela Musarra


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Scuola senza palestra e le congiunture internazionali ultima modifica: 2012-09-15T16:19:19+02:00 da CanaleSicilia