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Sanità a Messina, gestione tra tagli, accorpamenti e liste d’attesa

Medico

La sanità messinese affronta una crisi caratterizzata dalla chiusura o dall’accorpamento di reparti, dalla carenza di medici e dall’aumento delle liste d’attesa. Un quadro aggravato da una crescente migrazione del personale verso il settore privato e da politiche di razionalizzazione dei costi che incidono negativamente sul sistema pubblico. Antonella Russo, esponente del Partito Democratico, ha sottolineato che «la finalità del servizio sanitario non è risparmiare sui budget, ma curare la salute delle persone».

Durante un consiglio comunale straordinario richiesto dalla stessa Russo, sono emersi numerosi aspetti critici. «Risparmiare sul costo dei medici non è un vanto dei manager né della politica – ha affermato Russo – anche se oggi sembra che sia apprezzato solo chi risparmia». La consigliera ha sollevato interrogativi sulla recente proposta di rimodulazione della rete ospedaliera, chiedendosi se la razionalizzazione colpisca esclusivamente le strutture pubbliche.

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Ospedale Papardo

Un esempio delle difficoltà riguarda l’ortopedia: al Papardo, tre medici gestiscono 12 posti letto in assenza di un primario, affrontando condizioni lavorative insostenibili. Nel 2023 si stimano 130 interventi di protesi d’anca, contro i 530 dello Iomi di Ganzirri.

La situazione non migliora in oncologia, dove cinque medici, privi di un primario, dovrebbero essere il doppio. Il progetto per un polo oncologico d’eccellenza, promesso per il Papardo, non è mai stato realizzato.

Anche l’ematologia risente della carenza di personale, costringendo le strutture a inviare altrove i prelievi molecolari. Antonella Russo ha inoltre chiesto aggiornamenti sulle case di comunità previste dal cronoprogramma regionale per giugno 2026, il cui stato di avanzamento rimane incerto.

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