Ponte sullo Stretto, il Viminale: controllo sulle infiltrazioni mafiose
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha affrontato il tema delle possibili infiltrazioni mafiose nei lavori per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, garantendo un controllo rigoroso. Piantedosi ha sottolineato la necessità di utilizzare tutti gli strumenti disponibili per prevenire l’ingresso di organizzazioni criminali negli appalti legati a questa grande opera pubblica.
Il ministro ha spiegato che la strategia prevede un doppio approccio: territoriale, tramite le prefetture, e centrale, attraverso una struttura dedicata alle grandi infrastrutture. Piantedosi ha ammesso un errore formale nell’inserimento della normativa sulla struttura centrale in un decreto legge, che ha sollevato perplessità da parte del Quirinale, ma ha confermato l’impegno personale a escludere la criminalità organizzata da ogni interesse economico collegato all’opera.
Nel contesto politico, il vicepremier Matteo Salvini ha espresso critiche verso la Cgil, accusata di opporsi sistematicamente al progetto e ad altre iniziative, come il rinnovo dei contratti nel settore dei trasporti, gli investimenti nell’alta velocità e la realizzazione di case popolari.
Salvini ha evidenziato come la Cgil abbia disertato un incontro in prefettura a Messina, mentre erano presenti Cisl e Ugl. Ha definito l’atteggiamento della Cgil come “opposizione partitica, pregiudiziale e ideologica” e ha anticipato un possibile riflesso di questa posizione negativa nel voto referendario previsto per l’8 e 9 giugno, auspicando una risposta più partecipativa da parte dei suoi iscritti contrari a tali posizioni.
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