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Policlinico, operatore socio sanitario ricoverato per stress da lavoro

Pronto Soccorso Ospedale Policlinico di Messina

Un operatore socio sanitario (Oss) dell’Azienda ospedaliera universitaria Policlinico “Gaetano Martino” di Messina è stato costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso a seguito di un malore dovuto a stress lavorativo. L’episodio si è verificato dopo che l’interessata ha ricevuto un ordine di servizio che prevedeva un turno di lavoro continuativo di dodici ore. A rendere nota la situazione sono stati i rappresentanti della Cisl Fp Messina, con il segretario generale Giovanna Bicchieri, il dirigente responsabile del dipartimento Policlinico Universitario Salvatore Feliciotto e il segretario aziendale Nino Ferrera.

I sindacalisti hanno denunciato da tempo le condizioni di lavoro critiche in cui versano gli Oss dell’ospedale, chiedendo un incremento delle assunzioni grazie ai finanziamenti stanziati dall’assessorato regionale alla Salute. Tale provvedimento avrebbe dovuto permettere l’assunzione del personale precario con diritto alla stabilizzazione e la proroga dei contratti per i lavoratori che coprono posti vacanti nella dotazione organica. Tuttavia, non solo non è giunta alcuna risposta, ma è stata comunicata la mancata proroga degli incarichi per il personale precario, il cui contratto scadrà a breve. Ciò comporterà un aumento del carico di lavoro per il personale rimasto, già prossimo al collasso.

CanaleSicilia

Giovanna Bicchieri CISL

Secondo i rappresentanti sindacali, la situazione è insostenibile, tanto che il personale Oss non riesce più a garantire nemmeno i cambi turno. È stata inoltre richiesta l’attivazione della graduatoria Oss vigente nel bacino orientale per migliorare le condizioni lavorative e la qualità dell’assistenza, ma senza esito. L’episodio del malore rappresenta per i vertici della Cisl un grave segnale d’allarme. Già è stata avviata una denuncia per condotta antisindacale nei confronti del Policlinico e si annunciano ulteriori segnalazioni alle autorità competenti.

I sindacati hanno sottolineato che non è accettabile compromettere la salute dei lavoratori né il diritto alla cura e all’assistenza dei pazienti.


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