Sindacato Unico dei Militari: “Attendiamo il pronunciamento della Corte Costituzionale, in merito alla legittimitĂ costituzionale dellâobbligo vaccinale”.
Ă arrivato il momento della veritĂ , domani 29 novembre 2022, la Consulta dovrĂ esprimersi sulla legittimitĂ costituzionale dellâobbligo vaccinale legata al primo ricorso nato con la collaborazione con altre sigle sindacali, ma realizzato grazie allâapprofondimento tecnico normativo condotto a suo tempo da un dirigente dellâattuale S.U.M. e alla professionalitĂ dellâavvocato Giulia Monte.
Ă chiaro che chi aspetta con ansia gli esiti di questo pronunciamento sono i nostri colleghi ricorrenti. Non vanno dimenticati, infatti, gli effetti sia economici che professionali che il provvedimento in essere ha determinato, in modo particolare per i coloro che, rivendicando alcuni diritti, sono stati colpiti dalle sanzioni di cui all’art 4 del Decreto Legge n.172 del 26 novembre 2021, successivamente convertito in legge.
Senza entrare nel merito del possibile pronunciamento della Suprema Corte,  il S.U.M,  ritiene opportuno evidenziare che la sospensione del diritto nello svolgere attivitĂ lavorativa legato al mancato obbligo vaccinale ha inevitabilmente creato una situazione  non in sintonia con quanto stabilito nel Codice dellâOrdinamento Militare, creando di fatto âsurrettiziamenteâ una nuova sanzione di stato fortemente penalizzante nei confronti dei colleghi e delle colleghe che non hanno assolto lâobbligo vaccinale. Infatti questâultimi sono stati privati del trattamento economico e del minimo sostentamento, garantito anche a chi viene sospeso a seguito di condanna per reati gravi. Ricordiamo infatti che in questi casi, chi viene sospeso dallâimpiego fruisce del 50% del trattamento economico.
Inoltre, le penalizzazioni comprendono anche la detrazione di anzianitĂ di servizio, con fortissimi ritardi in sede di avanzamento e futuro trattamento economico di quiescenza. Ringraziamo ancora lâavvocato Giulia Monte che ha difeso i nostri iscritti in questa difficile e complessa battaglia di civiltĂ .
Rimaniamo quindi in attesa della sentenza dellâAlta Corte, sperando che un esito positivo della stessa possa riportare ai ricorrenti, il giusto riconoscimento del servizio prestato e i corrispondenti emolumenti economici.