Pochi giorni dopo lâagguato mafioso al presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, con lo stesso Antoci, il presidente della Regione Siciliana, Rosario Corcetta, e il commissario dellâEsa, Francesco Calanna, ci siamo recati a Cesarò e a Tortorici. Qui la piazza era piena di cittadini per assistere al nostro comizio.
Quando ho fatto i nomi e i cognomi delle famiglie mafiose una parte della piazza ha vissuto questo momento come una sorta di liberazione.
Unâaltra parte, invece, lâha vissuta con ostilitĂ e rabbia. Sentimenti che ha dovuto contenere, vista la veemenza con la quale abbiamo puntato lâindice contro i boss del territorio e la forza della nostra denuncia.
Ma câera una parte ancora neutra di cittadini che tentennava, attenta a non sbilanciarsi per tenere un piede di qua e uno di lĂ . A questi cittadini mi rivolgo dicendo che non si può fare gli ignavi o, ancora peggio, i furbetti. Anche loro devono decidere da che parte stare, perchĂŠ la guerra continua.
Ă una guerra contro i Bontempo-Scavo, che ormai sono un tuttâuno con i Batanesi, contro i Conti-Taguali e la figura emergente di Antonio Foraci, arrestato ieri insieme ad altre 22 persone nel corso dellâoperazione âSenza treguaâ della Procura di Messina e della Polizia di Stato.
Alcuni cittadini affrontano la questione con uno schemino tanto semplice quanto pericoloso, secondo il quale parlare di mafia a Tortorici vuol dire criminalizzare unâintera comunitĂ . Roba vecchia che fa male alla Tortorici onesta. La Tortorici libera, laboriosa e democratica sa bene che parlare di mafia per capire e comprendere le dinamiche mafiose nel territorio è un fatto positivo. Una cittĂ che prende coscienza di questa presenza, che non la nasconde, che non la nega, che non la minimizza ⌠è una cittĂ che può spiccare il volo per sprigionare le sue straordinarie energie di crescita sana.
Al contrario una cittĂ che chiude gli occhi è una cittĂ che rischia di essere fagocitata dal potere di Cosa nostra e bollata come mafiosa. Quindi, lâantimafia è una risorsa preziosa se fatta con rigore e sapendo coniugare legalitĂ e sviluppo. Ă quello che stiamo facendo nei Nebrodi, con in testa proprio la cittĂ di Tortorici.
Per cui basta tergiversare. Isoliamo la mafia, colpiamola in modo sistematico, anche sul piano culturale, e comprendiamo che questo è un momento sÏ drammatico, ma anche una fase positiva per fare un cammino virtuoso senza precedenti. Tortorici sia protagonista di questo cambiamento.
Giuseppe Lumia
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