De Francesco il nuovo primario per l’Ortopedia all’ospedale di Patti
L’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina ha ufficializzato la nomina del dottor Salvatore De Francesco come nuovo direttore dell’Unità Operativa Complessa di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale “Barone Romeo” di Patti. L’incarico, della durata quinquennale, è stato assegnato a seguito di una selezione basata su titoli e colloqui. La conclusione della procedura concorsuale ha ricevuto l’apprezzamento dell’onorevole Giuseppe Laccoto, presidente della VI Commissione Salute dell’Assemblea Regionale Siciliana, che da tempo aveva sollecitato un intervento per la riattivazione di un reparto considerato strategico per l’area.
Laccoto ha ricordato come negli ultimi anni avesse più volte richiesto di accelerare la nomina del primario, sottolineando l’importanza di questa specializzazione, particolarmente richiesta da un bacino di utenza che si estende dai Nebrodi fino alla costa tirrenica. La nomina rappresenta, secondo il presidente della commissione, un passo cruciale per il rilancio sia dell’ospedale di Patti sia della rete sanitaria territoriale. Il reparto, infatti, ha subito una lunga fase di sospensione: i ricoveri sono stati interrotti dal 2018 e, a partire da febbraio 2020, si sono fermati anche i servizi ambulatoriali e ordinari, lasciando scoperto un importante riferimento ortopedico per il territorio.
Laccoto ha inoltre richiamato il proprio impegno da parlamentare regionale, evidenziando che lo scorso agosto, durante un incontro con i sindaci del Distretto socio-sanitario di Patti e i vertici dell’Asp, alla presenza del direttore generale dottor Giuseppe Cuccì, aveva ribadito la necessità di un impegno concreto per la riattivazione del reparto. Il ringraziamento al dottor Cuccì è stato rivolto per l’attenzione dedicata a questa questione.
«Mi auguro – ha concluso Laccoto – che l’insediamento del nuovo primario consenta finalmente il ripristino di un servizio fondamentale, non solo per l’ospedale di Patti ma per l’intero comprensorio che per troppo tempo è rimasto privo di cure e prestazioni essenziali».
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