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CNA Sicilia, la viabilità dissestata costa 20 milioni al mese alle imprese

CNA Sicilia Enna

Le condizioni precarie delle infrastrutture stradali in Sicilia comportano un costo mensile stimato in 20 milioni di euro per le aziende di autotrasporto merci, secondo quanto riferito da Piero Giglione, segretario regionale di CNA Sicilia, durante il 2° Truck Day e 1° Raduno Regionale – L’Evento dei Giganti della Strada, svoltosi il 24 e 25 maggio a Enna. Giglione ha sottolineato che la situazione delle vie di comunicazione è particolarmente critica, generando costi aggiuntivi per la manutenzione dei mezzi, ritardi nelle consegne e inefficienze logistiche, con conseguenze dirette sulla competitività e sulle opportunità economiche dell’intera regione.

Il segretario ha evidenziato come i tagli ai finanziamenti destinati alla Sicilia aggravino ulteriormente la condizione infrastrutturale. In particolare, ha denunciato la sottrazione di 900 milioni di euro da fondi che avrebbero dovuto essere impiegati sull’Isola, destinati invece a opere nel Nord-Est e al Terzo Valico in Liguria. “È inaccettabile che si continui a sacrificare il Sud a favore delle infrastrutture del Centro-Nord”, ha affermato Giglione.

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Piero Giglione Cna Sicilia

Un ulteriore elemento critico è rappresentato dall’esclusione della tratta ferroviaria Palermo-Catania dai finanziamenti previsti dal PNRR, a causa dell’impossibilità di completare i lavori entro il termine europeo del 30 giugno 2026. Questa circostanza, definita dal segretario “una beffa”, rischia di rallentare ulteriormente lo sviluppo infrastrutturale della regione.

Nonostante un incremento nel numero delle imprese siciliane, la carenza di infrastrutture adeguate rappresenta un ostacolo significativo. La CNA Sicilia richiede pertanto l’avvio immediato di cantieri, investimenti certi e una programmazione efficace, al fine di garantire all’Isola un trattamento paragonabile a quello delle regioni del Centro-Nord. L’organizzazione si impegna a perseguire un equo riconoscimento e soluzioni concrete per colmare il divario infrastrutturale che penalizza la Sicilia da decenni.


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