Al senatore Giovanardi che invita Pannella a non utilizzare la legge detta Fini-Giovanardi sulle droghe come obiettivo polemico per la sua battaglia, è appena il caso di ricordare che negli ultimi anni l’incidenza dei soggetti ristretti nelle carceri per reati in materia di sostanze stupefacenti sull’intera popolazione detenuta ha raggiunto percentuali elevatissime. Per capirci: attualmente sono 26.615 (quasi il 40% del totale) le persone detenute per condanne relative alla Fini-Giovanardi. Si tratta di numeri eloquenti, che non erano mai stati registrati in passato. I dati dimostrano in modo inconfutabile ciò che Pannella e i radicali vanno ripetendo da tempo, ossia che se nel 2006 la Fini-Giovanardi non avesse aggravato il trattamento sanzionatorio che caratterizza i reati in materia di sostanze stupefacenti – da un lato favorendo un maggior utilizzo, in sede cautelare, di misure ad alto impatto segregativo e, dall’altro, impedendo un rapido accesso a forme di esecuzione alternative alla detenzione – l’attuale overcrowding penitenziario non avrebbe mai potuto raggiungere dimensioni così drammatiche. I requisiti di urgenza e di necessità ci sono tutti, il Governo non attenda oltre ed emani un decreto legge per mitigare le pene perlomeno con riferimento all’ipotesi lieve di detenzione o cessione illecita di sostanza stupefacente, così da consentire alla magistratura un dosaggio più calibrato delle misure cautelari e un più agevole ricorso a strumenti non implicanti il contatto diretto con il carcere del soggetto indagato o imputato.
Il Detenuto Ignoto
Irene Testa
Alessandro Gerardi
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