Il secondo si del Senato alla legge di riduzione dei deputati regionali è certamente una bella notizia, rimane, però, il rammarico per la mancata approvazione, in tempo utile, del disegno di legge che ho presentato all’inizio della legislatura. Dopo due bocciature in commissione molti deputati regionali hanno votato sapendo che non ci sarebbe stato il tempo per applicare la nuova riforma.
La riduzione dei consiglieri regionali si realizzerà, pertanto, in tutte le regioni tranne che in Sicilia. Nelle regioni a statuto ordinario, infatti, non si opera con la procedura costituzionale della doppia lettura. Anche il Friuli e la Sardegna, non avendo anticipato la fine della legislatura, voteranno con la nuova legge. La Sicilia rimarrà l’unica zona franca nella quale i processi di cambiamento arrivano con un insopportabile ritardo. Lo ha dichiarato l’on. Giovanni Barbagallo (PD), il quale ha aggiunto che il discredito nei confronti di una classe dirigente che non ha la capacità di governare la Sicilia, ma usa tutti i mezzi per salvaguardare la propria poltrona, purtroppo, aumenterà sempre di più.
Con venti deputati in meno le casse regionali risparmierebbero circa 6 milioni l’anno che ammonterebbero a trenta milioni per un’intera legislatura. Ci sarebbero altri risparmi indiretti poiché diminuirebbe il numero dei componenti dell’ufficio di presidenza e quello dei componenti delle commissioni legislative. In un periodo di vacche magre le somme risparmiate potrebbero essere destinate alle politiche sociali e, in particolare, alle famiglie in difficoltà finanziarie.
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